Il centro estetico che ha continuato a lavorare grazie al digitale
I centri estetici, purtroppo, sono tra le attività che hanno subito il più duro contraccolpo con questa seconda ondata di lockdown.
Questo settore, come molti altri, non può fare a meno della presenza fisica del cliente, tuttavia c’è chi è riuscito ad aggirare il problema con l’aiuto dei social.
Oggi vi vogliamo raccontare la storia del centro estetico Jolì di Bolzano e della sua titolare Laura Fecchio.
Come tanti anche il centro estetico Jolì si è trovato ad affrontare la prima chiusura dei suoi locali a causa dell’emergenza sanitaria, ma nonostante le difficoltà, non si è lasciato scoraggiare e ha trovato comunque un modo per continuare a lavorare.
Quale?
COME AGGIRARE IL LOCKDOWN
Lo spiega la titolare del centro Jolì Laura Fecchio: “Il nostro core business prevede, ovviamente, la presenza fisica del cliente, quindi dobbiamo riuscire a spostarlo dallo smartphone direttamente nel centro estetico. E’ più complicato rispetto a chi può vendere direttamente prodotti con un e-commerce e che, così facendo, accorcia la distanza tra contenuto ed acquisto. Per noi questo cammino è molto più lungo. E’ una sfida continua”.
Prosegue, poi, la Fecchio: “E’ stato un momento davvero duro, perché ci siamo trovati privi di qualsiasi possibilità. Ho seguito un percorso di promozione digitale negli ultimi mesi e ho capito che quella era l’unica soluzione. […]”
Secondo la teoria darwiniana sopravvivono e si evolvono solo le specie che meglio riescono ad adattarsi all’ambiente in cui vivono. Questo vale anche per il funzionamento del mercato: la sopravvivenza delle attività risiede nella loro capacità di adattarsi ai cambiamenti dell’ambiente in cui operano. Così ha fatto anche Laura Fecchio, che racconta: “Mi sono praticamente attaccata a telefono e computer otto ore al giorno. Post su Facebook e su Instagram oltre alle stories: tutte cercando di rispettare alcuni criteri precisi di immagine […]. Non abbiamo smesso di parlare del lavoro nel centro estetico, ma anche di noi e di come stavamo vivendo questo periodo. Smorzando i drammi e cercando sorrisi. Ho mischiato i concetti spontanei con quelli pianificati”.
In questi casi, infatti, la pianificazione è importante, come sottolinea la titolare del centro Jolì: “Ci basiamo, sostanzialmente, su un’organizzazione mensile che strutturiamo insieme. Programmiamo alcuni post per dare un’idea di continuità in un disegno generale. Sui social c’è un binario individuale e uno ben codificato che vanno entrambi alimentati. Sostanzialmente sono stati due i risultati positivi. Il primo è molto semplice dato che abbiamo proposto la consegna a domicilio di alcuni prodotti estetici. Abbiamo ricevuto molte richieste e lavorato moltissimo, soprattutto con i clienti affezionati come normale delivery organizzato in autonomia. Il secondo risultato è quello di aver accolto, alla riapertura, davvero tante nuove clienti che si sono incuriosite sui social. Di per sé il lavoro svolto digitalmente chiusa a casa si è rivelato un investimento che sta pagando ora, a distanza”.
I RUSULTATI DI QUESTA STRATEGIA VINCENTE
Laura Fecchio prosegue raccontando come alcune clienti storiche, nonostante fossero poco abituate all’uso dei social, si siano comunque adattate velocemente a questa nuova modalità di interazione, chiedendo consegne a domicilio dei prodotti del centro estetico.
Il lockdown ha, inoltre, portato anche nuovi clienti, come riporta una cliente affezionata del centro: “Ci sono state delle amiche che non conoscevano Jolì che mi hanno chiesto informazioni sul servizio. Mi hanno semplicemente visto tra le fan della pagina. Effettivamente si è innescato un effetto domino molto veloce”.
Laura Fecchio, però, vuole precisare che nell’attività sui social, come del resto in qualsiasi altra attività, è sempre richiesta professionalità e costanza, avvalendosi del supporto di un social media manager: “Sono strumenti che usiamo tutti quotidianamente, ma è un’altra cosa padroneggiarli per lavoro. L’azienda che mi segue, in realtà, analizza tutta la struttura dell’azienda oltre al marketing digitale. E’ stata la sua visione d’insieme ad avermi permesso di impormi negli algoritmi con una certa frequenza. L’attenzione ai rapporti umani, anche in forma digitale, spetta poi a me e alle mie collaboratrici così come fare in modo che siano soddisfatte una volta che varcano la porta del centro. Sono tutti strumenti collegati che devono suonare insieme allo stesso ritmo. Quando funzionano, però, sono un’orchestra che suona una musica capace di coprire il fischio del vento di ogni tempesta”.
Fonte: ildolomiti.it